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Mutui e coronavirus

01/06/2020 Autore: Daniele Turchi Broker Manager Prato (PO) - 59100 Via dei Fossi, 14/b daniele.turchi@credipass.it telefono 335/325792

C’è una contraddizione di fondo in questo periodo storico senza precedenti, che riguarda il mercato immobiliare.

Da una parte il fermo di tutte le attività ha lasciato in sospeso una quantità di transazioni immobiliari e di istruttorie di mutui: notai, uffici comunali, conservatorie, agenzie e visite alle case hanno tutti subito una forte battuta di arresto.

Dall’altra, l’andamento dei tassi di interesse sui mutui ha registrato un evento senza precedenti: un tasso fisso, ormai abbondantemente sotto la curva dell’1%, costa meno di un tasso variabile.

Sta di fatto che tra marzo e aprile sono state almeno 25.000 le compravendite rinviate per un valore di 4 miliardi di euro e oltre 35.000 i mutui rimasti in stand by, per un totale calcolato di 5 miliardi.

 

La mancata occasione di chi ha richiesto una surroga

Tra i mutui rimasti “incompiuti”, ben 15.000 sono surroghe.

Un danno consistente per le famiglie che avrebbero potuto usufruire di finanziamenti con margini di interesse molto basso, con un risparmio realizzato dai 20mila agli 80mila euro.

 

È così che l’emergenza coronavirus, pur risvegliando l'attaccamento degli italiani alla casa e facendo riscoprire il desiderio di possederne una, si è rivelato come una minaccia per molte famiglie.

Si stima un danno intorno ai 200 milioni di euro ogni mese, che rimanda a una esigenza sempre più pressante: la digitalizzazione delle attività e la semplificazione dei processi necessari a svolgere una pratica di compravendita, di mutuo o di surroga. Un'evoluzione dell’intera filiera dell’acquisto della casa e dell'erogazione del mutuo che in questo momento è necessaria, ma che ben presto, con le nuove regole sanitarie, potrebbe diventare indispensabile per ripartire e ritornare ai numeri prima del virus.

 

Il Covid-19 non ferma le erogazioni delle banche

A non chiudere in questi mesi di lockdown sono state prima di ogni cosa loro: le banche. Nonostante i moniti di ABI a non recarsi in filiale, ma cercare di risolvere usando gli altri canali messi a disposizione da ogni istituto di credito, i dati segnano ad aprile un incremento dei finanziamenti effettuati per l'acquisto della prima casa al 46,1%, dal 30,8% del periodo gennaio-marzo.

 

Interessante anche l’aumento a cifre da record dell'importo erogato, che passa a 161.026 euro registrati in aprile, contro i 140.146 euro dei primi tre mesi dell’anno.

Il lockdown rende invece molto caute le famiglie, che riducono la somma richiesta dai 143.097 euro del terzo trimestre del 2019 ai 133.733 euro attuali.

 
 
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