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Tassi sui mutui in frenata. Migliorano le condizioni d’accesso

19/02/2024 Autore: Daniele Turchi
A dicembre c'è stata la svolta. 
I tassi applicati ai mutui hanno cominciato a scendere e - verosimilmente - il trend si rafforzerà una volta disponibili dati più recenti. 
Il tutto in attesa che la Bce faccia chiarezza su l'allentamento monetario atteso dal mercato.
 
In dicembre i tassi di interesse sui prestiti erogati alle famiglie per l’acquisto di abitazioni comprensivi delle spese accessorie (Tasso Annuale Effettivo Globale) si sono collocati al 4,82% dal 4,92% di novembre. Il passaggio dell’ultimo Bollettino di Bankitalia, denominato “Banche e moneta: serie nazionali”, offre uno spaccato di quello che sta avvenendo sul mercato. In attesa di segnali sulla Bce, che tuttavia fin qui non ha offerto spiragli su un possibile taglio dei tassi ufficiali, i tassi applicati ai mutui hanno cominciato a scendere. Una tendenza destinata a rafforzarsi nelle settimane a venire.

Ribasso anche per i tassi del credito al consumo

Secondo le ultime rilevazioni dell’istituto di Via Nazionale, a dicembre il Taeg medio sulle nuove erogazioni di credito al consumo si è attestato al 10,16%, dal 10,27% di novembre. Anche in questo caso si tratta di una contrazione evidente. Intanto, nell’ultimo mese dello scorso anno i tassi di interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie sono stati pari al 5,46% (5,59% nel mese precedente), quelli per importi fino a un milione di euro sono stati pari al 5,72%, mentre i tassi sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia si sono collocati al 5,28%.

Siamo, dunque, a una svolta, anche se – come già accaduto nel passato – si tratta di un passaggio incidentato. A dicembre i prestiti delle banche al settore privato sono diminuiti del 2,8% nel confronto a un anno, con un -3,2% registrato a novembre (sempre rispetto a dodici mesi prima), ma è pur sempre una contrazione. Intanto i prestiti alle famiglie si sono ridotti dell'1,3% sui dodici mesi (erano calati dell'1,2% a novembre 2023), mentre quelli alle società non finanziarie sono scesi del 3,7% (-4,8% nel mese precedente). Un rallentamento dovuto soprattutto alla contrazione della domanda a fronte della congiuntura difficile che stiamo attraversando.

Di positivo c’è che gli italiani hanno ridotto l’esposizione verso i conti correnti alla ricerca di remunerazione. Infatti, a dicembre i depositi del settore privato sono calati del 3,1% sui dodici mesi (-4,1 in novembre), mentre la raccolta obbligazionaria è aumentata del 19,3% (19,7 in novembre)

Quando saranno disponibili dati più aggiornati, verosimilmente emergerà che il tasso è sceso ulteriormente. Secondo l’ultimo Osservatorio mensile di credipass.it, a gennaio sono arrivati segnali di frenata anche da parte dell’Euribor (benchmark di riferimento per la costruzione dei mutui a tasso variabile), dopo che nei mesi scorsi vi erano stati segnali in questa direzione da parte dell’IRS (usato per i mutui a tasso fisso).

Il riflesso di questi andamenti è nel Tan applicato ai mutui, con il tasso medio del fisso (relativamente ai contratti a 20-30 anni) sceso di sette decimi di punto nell’arco di tre mesi e il variabile che viaggia tra alti e bassi, con una tendenza di medio periodo comunque alla contrazione.

Si rischiara l’orizzonte per chi compra casa

Uno scenario che, dunque, apre le porte a un più facile accesso ai finanziamenti per l’acquisto degli immobili. Anche perché i tassi di insolvenza nel settore sono rimasti bassi anche durante le fasi più difficili del ciclo economico e questo ha spinto le banche a non modificare le proprie politiche creditizie.

Una spinta importante arriva anche dal fronte dei prezzi, che hanno posto fine al rimbalzo partito dal 2022. La situazione delle quotazioni è diversa da città a città, ma in linea generale si assiste a una stabilizzazione nel confronto a un anno, accompagnata dalla possibilità di ottenere una scontistica maggiore nei casi in cui il proprietario ha urgenza di vendere.

Come al solito, si tratta di non fermarsi alla prima opportunità e il concetto vale anche per la sottoscrizione del mutuo, dato che – come dimostrano le rilevazioni periodiche di MutuiOnline.it – il differenziale tra la media di mercato e le offerte migliori resta elevato. Investire un po’ del proprio tempo per cercare il finanziamento migliore per le proprie esigenze è una spesa che di solito ripaga abbondantemente.

 

I COSTI DI UN MUTUO A TASSO FISSO

  • L'analisi del Corriere ha esaminato il costo dei prestiti casa effettuato a inizio febbraio. Su un finanziamento di 140mila euro per una casa dal valore di 200mila, emerge che il tasso fisso minimo a 20 anni per un casa di classe energetica A o B è del 2,55% nominale. Di conseguenza la rata supera di poco i 748 euro. Per classi energetiche inferiori, il tasso è del 2,9%, pari a una rata da 769 euro. Nell'ipotesi di un mutuo a 30 anni il tasso green è al 2,55% con una rata da 557 euro, quello ordinario è a 2,99%

MUTUI VARIABILI

  • Nella simulazione, il Corriere ha ipotizzato cosa succederebbe a un finanziamento indicizzato fino alla fine del 2025 nel caso di una discesa dell'Euribor. Il quotidiano ha messo a confronto l'andamento delle rate del tasso variabile con quelle di un tasso fisso stipulato oggi. L'ipotesi è un finanziamento da 140mila euro su una casa dal valore di 200mila. Partendo da un mutuo a 20 anni, il tasso fisso parte da 812 euro, quello variabile da 916 euro

TASSO FISSO O VARIABILE?

·         A fine 2024 con la discesa del costo dell'Euribor la rata variabile diminuirebbe a 803 euro. Mentre a fine 2025 con una riduzione dell'Euribor di 150 centesimi rispetto ad oggi la rata scenderebbe a 752 euro. Con un taglio di 200 centesimi la rata arriverebbe a 697 euro. Con 100 centesimi in meno a fine anno si arriverebbe alla parità tra fisso e variabile a 645 euro. Mentre con 200 centesimi di discesa a fine 2025 la rata variabile scenderebbe a 534 euro, 110 in meno rispetto al fisso

 
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