Tassi sui mutui in frenata. Migliorano le condizioni d’accesso
Ribasso anche per i tassi del credito al consumo
Secondo le ultime rilevazioni dell’istituto di Via Nazionale, a dicembre il Taeg medio sulle nuove erogazioni di credito al consumo si è attestato al 10,16%, dal 10,27% di novembre. Anche in questo caso si tratta di una contrazione evidente. Intanto, nell’ultimo mese dello scorso anno i tassi di interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie sono stati pari al 5,46% (5,59% nel mese precedente), quelli per importi fino a un milione di euro sono stati pari al 5,72%, mentre i tassi sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia si sono collocati al 5,28%.
Siamo, dunque, a una svolta, anche se – come già accaduto nel passato – si tratta di un passaggio incidentato. A dicembre i prestiti delle banche al settore privato sono diminuiti del 2,8% nel confronto a un anno, con un -3,2% registrato a novembre (sempre rispetto a dodici mesi prima), ma è pur sempre una contrazione. Intanto i prestiti alle famiglie si sono ridotti dell'1,3% sui dodici mesi (erano calati dell'1,2% a novembre 2023), mentre quelli alle società non finanziarie sono scesi del 3,7% (-4,8% nel mese precedente). Un rallentamento dovuto soprattutto alla contrazione della domanda a fronte della congiuntura difficile che stiamo attraversando.
Di positivo c’è che gli italiani hanno ridotto l’esposizione verso i conti correnti alla ricerca di remunerazione. Infatti, a dicembre i depositi del settore privato sono calati del 3,1% sui dodici mesi (-4,1 in novembre), mentre la raccolta obbligazionaria è aumentata del 19,3% (19,7 in novembre)
Quando saranno disponibili dati più aggiornati, verosimilmente emergerà che il tasso è sceso ulteriormente. Secondo l’ultimo Osservatorio mensile di credipass.it, a gennaio sono arrivati segnali di frenata anche da parte dell’Euribor (benchmark di riferimento per la costruzione dei mutui a tasso variabile), dopo che nei mesi scorsi vi erano stati segnali in questa direzione da parte dell’IRS (usato per i mutui a tasso fisso).
Il riflesso di questi andamenti è nel Tan applicato ai mutui, con il tasso medio del fisso (relativamente ai contratti a 20-30 anni) sceso di sette decimi di punto nell’arco di tre mesi e il variabile che viaggia tra alti e bassi, con una tendenza di medio periodo comunque alla contrazione.
Si rischiara l’orizzonte per chi compra casa
Uno scenario che, dunque, apre le porte a un più facile accesso ai finanziamenti per l’acquisto degli immobili. Anche perché i tassi di insolvenza nel settore sono rimasti bassi anche durante le fasi più difficili del ciclo economico e questo ha spinto le banche a non modificare le proprie politiche creditizie.
Una spinta importante arriva anche dal fronte dei prezzi, che hanno posto fine al rimbalzo partito dal 2022. La situazione delle quotazioni è diversa da città a città, ma in linea generale si assiste a una stabilizzazione nel confronto a un anno, accompagnata dalla possibilità di ottenere una scontistica maggiore nei casi in cui il proprietario ha urgenza di vendere.
Come al solito, si tratta di non fermarsi alla prima opportunità e il concetto vale anche per la sottoscrizione del mutuo, dato che – come dimostrano le rilevazioni periodiche di MutuiOnline.it – il differenziale tra la media di mercato e le offerte migliori resta elevato. Investire un po’ del proprio tempo per cercare il finanziamento migliore per le proprie esigenze è una spesa che di solito ripaga abbondantemente.
I COSTI DI UN MUTUO A TASSO FISSO
- L'analisi del Corriere ha esaminato il costo dei prestiti casa effettuato a inizio febbraio. Su un finanziamento di 140mila euro per una casa dal valore di 200mila, emerge che il tasso fisso minimo a 20 anni per un casa di classe energetica A o B è del 2,55% nominale. Di conseguenza la rata supera di poco i 748 euro. Per classi energetiche inferiori, il tasso è del 2,9%, pari a una rata da 769 euro. Nell'ipotesi di un mutuo a 30 anni il tasso green è al 2,55% con una rata da 557 euro, quello ordinario è a 2,99%
MUTUI VARIABILI
- Nella simulazione, il Corriere ha ipotizzato cosa succederebbe a un finanziamento indicizzato fino alla fine del 2025 nel caso di una discesa dell'Euribor. Il quotidiano ha messo a confronto l'andamento delle rate del tasso variabile con quelle di un tasso fisso stipulato oggi. L'ipotesi è un finanziamento da 140mila euro su una casa dal valore di 200mila. Partendo da un mutuo a 20 anni, il tasso fisso parte da 812 euro, quello variabile da 916 euro
TASSO FISSO O VARIABILE?
· A fine 2024 con la discesa del costo dell'Euribor la rata variabile diminuirebbe a 803 euro. Mentre a fine 2025 con una riduzione dell'Euribor di 150 centesimi rispetto ad oggi la rata scenderebbe a 752 euro. Con un taglio di 200 centesimi la rata arriverebbe a 697 euro. Con 100 centesimi in meno a fine anno si arriverebbe alla parità tra fisso e variabile a 645 euro. Mentre con 200 centesimi di discesa a fine 2025 la rata variabile scenderebbe a 534 euro, 110 in meno rispetto al fisso