Mutui, così il tasso variabile prepara il sorpasso, entro l’estate più conveniente rispetto al tasso fisso.
L’anomalia sta per terminare. Secondo le stime di MutuiOnline.it, entro l’estate i mutui a tasso variabile potrebbero tornare a essere più convenienti rispetto al fisso. Del resto, questa è la condizione «normale»
L’anomalia sta per terminare. Secondo le stime di MutuiOnline.it , entro l’estate i mutui a tasso variabile potrebbero tornare a essere più convenienti rispetto al fisso. Del resto, questa è la condizione “normale”, considerato che storicamente la garanzia di non vedere mutare la rata mensile nel tempo si paga.
Tuttavia, il brusco rialzo dei tassi tra il 2021 e il 2023 ha fatto saltare il banco e prodotto la situazione anomala che ci siamo trascinati finora, anche se a fronte di un differenziale via via più ridotto. Secondo le attese del mercato, l’Euribor (indice di riferimento per la costruzione dei mutui a tasso variabile) sembra proiettato verso il 2% dopo che a inizio mese è sceso sotto il valore dell’IRS (riferimento per i finanziamenti a tasso fisso) per la prima volta da marzo 2023.
Continua a scendere il costo dei finanziamenti
Intanto, l’ultimo Osservatorio di MutuiOnline.it evidenzia che l’Euribor prosegue nella discesa, mentre l’IRS ha subito un leggero rialzo nelle prime due settimane del mese, ma è tornato negli ultimi giorni a calare. Nella scadenza a un mese il primo si attesta al 2,39% nelle rilevazioni del 19 marzo, mentre a tre mesi è al 2,41%. L’IRS come detto è al momento meno conveniente, con un valore del 2,76% per la scadenza a 20 anni e del 2,61% per quella a 30 anni. Anche se intanto le richieste di tasso fisso sono quasi totalitarie, avendo raggiunto un’incidenza del 99,6% nei primi due mesi dell’anno.
Se si guarda ai tassi finiti, prendendo come riferimento le domande di finanziamento a 20 e a 30 anni, il TAN medio del variabile è sceso al 3,66%, cinque punti base in meno rispetto a gennaio, ma ben 38 se il confronto viene fatto con novembre. Se, invece, si guarda al fisso, vi è una leggera risalita nell’ultimo mese (dal 2,83 al 2,87%), a tornare sui livelli di novembre.
Queste dinamiche necessitano di alcune spiegazioni. Le variazioni mese su mese non sono così significative, dato che dipendono dalle politiche commerciali delle banche, che in dati periodi preferiscono spingere su un segmento di offerta piuttosto che su un altro. Nel medio periodo, comunque, entrambe le modalità di finanziamento per l’acquisto di immobili registrano consistenti ribassi.
Se, invece, si guarda ai tassi migliori, il risparmio rispetto al dato medio è di 48 punti base nel caso del variabile e di 47 in merito al fisso. Il che fa emergere l’importanza di non fermarsi alla prima offerta, bensì di metterne a confronto diverse alla ricerca di quella più conveniente. Ricorrere a un comparatore come MutuiOnline.it rende indubbiamente più semplice il lavoro.
Si possono effettuare simulazioni, è possibile entrare in contatto con gli istituti e avere un quadro sempre aggiornato delle opportunità di risparmio.
Inoltre, è possibile scendere di oltre 40 punti base se si opta per un mutuo green rispetto a uno tradizionale, che consente di finanziare l’acquisto di un immobile nuovo in classe energetica A o B o da ristrutturare, con la prospettiva di consistenti miglioramenti sul fronte dei consumi.
Spopolano le surroghe
Le surroghe raggiungono livelli altissimi con il 37,1% delle richieste totali, in progresso di tre punti percentuali rispetto al primo trimestre del 2024. È l’effetto dei tagli ai tassi operati dalla Bce. Chi ha acceso un mutuo nel momento di picco dei tassi, spesso oggi rottama il vecchio contratto e ne sottoscrive uno nuovo, date le condizioni di mercato nettamente più convenienti. La crescita di incidenza delle surroghe inevitabilmente si ripercuote sulle altre finalità di mutuo, con la prima casa che resta in ogni caso in maggioranza assoluta (53,9% delle richieste totali).
Intanto cresce la durata media dei finanziamenti, che nei primi due mesi dell’anno si attesta a 24 anni e 8 mesi contro i 24 anni e 4 mesi del 2024. Una causa di questo trend è dovuta all’incremento della somma media finanziata, che passa a 144.418 euro di media (+2,8% dal 2024). E cresce anche il loan to value, cioè la somma richiesta rispetto al prezzo dell’immobile, arrivando al 69,1% dal 68,7% di un anno fa. Sostanzialmente, di fronte alle tante incognite dello scenario attuale e con stipendi che faticano a tenere il passo dell’inflazione, ci si indebita un po’ più del passato per coronare il sogno di una casa di proprietà.